Il primo insediamento urbano di Altavilla paese sorse intorno ad una chiesetta fondata dai monaci Basiliani, S.Nicola, ubicata nell’omonima zona oggi compresa tra Porta di Suso e Porta Carina. Qui vennero a rifugiarsi prima dell’anno mille, per sfuggire alla malaria ed alle scorrerie saracene, i coloni che avevano abitato quei villaggi fluviali posizionati sulle piccole alture a ridosso del Calore dei quali ancora si conservano tracce evidenti (S.Lorenzo –VII sec.) L’edificazione del castello da parte dei Normanni ed un progressivo ampliamento del perimetro abitato, ci hanno consegnato questo centro storico che ha conservato quasi intatto l’impianto settecentesco, come si evince dalle date incise sugli antichi portali e le notizie tratte dal catasto onciario del 1753.
Circondato interamente da mura vi si accedeva attraverso quattro porte d’ingresso : Porta di Suso, Porta Carina o di S.Egidio, Porta di S.Biagio, Porta Nova.
L’abitato si articola intorno ad un cardine principale, via Solimene, e ad uno secondario, via Municipio. Da questi dipartono una serie di vicoli e vicoletti (strettule) che servono un corposo numero di case e casette a schiera addossate le une alle altre in un caratteristico “disordine”. Peculiarità di questo centro storico è l’aspetto paesaggistico caratterizzato da squarci di panorama,
sempre diversi, che compaiono improvvisamente alla vista percorrendone vie e vicoli. Caratteristici anche i cavalcavia, le scalinate , i ballatoi e soprattutto i portali in pietra arenaria.
Lungo il percorso di via Solimene si trovano le chiese, le piazze e le più importanti case palazziate, cosa questa che si evince dalle dimensioni e dal disegno dei portali spesso sormontati dallo stemma di famiglia.
La prima chiesa scendendo nel cuore del Centro Storico , posta proprio all’origine di questa strada, è la chiesa di S.Egidio. Eretta intorno al 1100 dai Normanni che avevano edificato il castello e fortificate le mura del paese, si presenta oggi nella sua riedificazione settecentesca. E’ questa la chiesa madre in quanto S.Egidio è il santo patrono di Altavilla Silentina.Pregevoli sono gli stucchi, disegnati da Orazio Solimena nipote del dal famosissimo Francesco, e le tele dipinte da G.B.Vela pittore di scuola solimenesca. La valenza principale di questa chiesa è di natura storica. Nel1153, da poco eretta, fu elevata al rango di “Badia Nullìus” al pari di S.Nicola di Bari e di Altamura. Caratteristica di queste prelature era che l’abate, nominato direttamente dal Re, godeva di una sua indipendenza ed aveva giurisdizione quasi vescovile sul suo territorio. S.Egidio conservò tale diritto fino al 1811.
Domina piazza Antico Sedile la chiesa di S.Antonino. Già esistente nel 1310 fu a lungo cappella dipendente dagli abati di S.Egidio. La struttura attuale risale all’ultimo rifacimento (1796). Nell’interno ,ad una navata e di stile barocco, è presente una tela opera di F.Saverio Mottola, pittore settecentesco nato ad Altavilla Silentina : “ La Madonna del Carmine con le anime del Purgatorio”
Scendendo lungo via Solimene si trova infine la chiesa dedicata a San Biagio. La primitiva chiesa risulta essere esistente già nel 1300. La Maestosa struttura attuale è quella di fine 1700 quando fu riedificata a croce latina con tre navate. Adornata con pregevoli stucchi di stile barocco è ricca di importanti arredi: gli altari marmorei di pregevolissima fattura, l’antico pavimento in ceramica vietrese, gli stalli lignei del coro, il settecentesco organo a canne. Un intero ciclo pittorico (9 tele) a firma di un eccellente solimenesco,Nicola Peccheneda, adorna gli altari laterali e la volta. Nella cripta, corrispondente alla primitiva chiesa, è conservato in una teca di noce e vetro, il Corpo santo di Germano Martire, donato alla comunità dal Cardinale Borghese ed arrivato ad Altavilla Silentina il 26 maggio 1779. Particolare il sagrato che si presenta come una splendida terrazza panoramica che domina il Golfo di Salerno.
Le porte della città erano difese da due torri cilindriche ed altre torri di difesa sorgevano lungo le mura. L’area di Porta di Suso è l’ultima che conserva ancora una delle due torri che affiancavano la porta, Torre di Suso (oggi integrata in un’abitazione privata) e sul lato opposto, lungo il tratto ancora esistente delle antiche mura, la Torre Jovia sulla quale fu issato l’Albero della Libertà nel 1799. Sotto la Torre di Suso c’è ancora l’angusto locale che costituiva l’antico carcere baronale ed affiancava il posto di guardia. Da questa porta avveniva anche l’accesso al castello attraverso via Maggiora (oggi via S.Sofia).
La denominazione della piazza principale del Centro Storico (Antico Sedile)
trae origine dallo spazio coperto ubicato dirimpetto alla chiesa di S.Antonino dotato di una seduta in pietra sui due lati chiusi del perimetro interno. In questo luogo( per gli altavillesi “Il Sieggio”) si teneva, fin dal 1452, il Pubblico Parlamento del Comune al quale partecipavano il Sindaco ed i quattro Consiglieri eletti annualmente, l’Abate di S.Egidio, il Rettore di S.Antonino, l’Arciprete di S.Biagio ed il Governatore o un suo luogotenente. Le votazioni avvenivano con l’uso delle fave (voto contrario) e dei ceci (voto favorevole) ed un notaio provvedeva a scrivere le deliberazioni. Il Sieggio ha rappresentato e continua a rappresentare uno dei più significativi luoghi di aggregazione del paese.
Planimetria del Centro Storico
Il Castello Medioevale
La chiesa della Madonna del Carmine
Eretta a metà del 1500 fu la cappella dell’annesso convento dei Carmelitani. Posizionata su uno dei larghi che compongono piazza Umberto I è oggi proprietà della Congrega del Carmine. Il suo interno è caratterizzato dagli stalli in legno posizionati lungo i due lati della navata idonei ad ospitare i componenti della Congrega in occasione delle loro adunanze. Alle spalle dell’altare principale è collocato un polittico datato 1609 che risulta essere l’opera pittorica più antica conservata ad Altavilla Silentina.
La chiesa di San Francesco ed il Convento
La chiesa ed il convento posti a qualche centinaio di metri dall’antico centro furono ristrutturati a fine del 1700. L’antica chiesa gotica a tre navate fu sostituita dall’attuale ad una sola. Dedicata al Santo dei Poveri è particolarmente cara agli altavillesi per il culto, colà celebrato, di S.Antonio di Padova. Al suo interno sono esposte diverse statue lignee settecentesche, effigianti santi francescani, di pregevole fattura nonché due tele attribuite ad Orazio Solimena, nipote del celeberrimo Francesco.
Particolarmente raffinato l’altare principale che, a quanto si racconta, realizzato da marmorari napoletani era destinato alla Real Casina di Caccia di persano Nel convento si conserva poi la statua indicata come “ Madonna del Latte”. Questa iconografia caratteristica del 1400 racchiude profondi significati religiosi legati alla maternità della Vergine vista anche come Madre dell’uman ità; particolare anche la sua realizzazione avvenuta scolpendo un tronco d’albero cavo come si evince guardandola dal retro.
L’antico lavatoio del convento
Questa struttura riporta indietro nel tempo quando ancora nelle case non c’era l’acqua corrente. Affiancato ad una fontana vi era questo spazio coperto che ospitava dieci lavatoi in pietra , tutti serviti da acqua corrente, dove le mamme provvedevano a fare il bucato. Da notare che questa incombenza toccava anche nei mesi più freddi dell’anno e che, naturalmente, tutto avveniva con l’utilizzo di acqua fredda. Spesso inoltre toccava fare la fila in attesa del proprio turno.
Scavi di S.Lorenzo
Alle pendici della collina, su una delle piccole alture ch circondano il letto del fiume Calore, sono visibili i resti di una chiesa, con annessa necropoli, risalenti alla prima metà del VII secolo. Il nome del luogo sicuramente testimonia a quale santo fosse dedicata la struttura ecclesiastica: S.Lorenzo. Intorno a questa sicuramente sorgeva uno dei numerosi , piccoli villaggi fluviali, presenti tra il settimo e la metà del decimo secolo, lungo il letto del fiume che delimita la pianura di Altavilla Silentina.
Numerosi anche i reperti rinvenuti; tra questi vasi fittili, anfore, monili e qualche moneta di Eraclio. Il rinvenimento risulta essere il più importante per l’archeologia Medioevale della Campania e tra i più importanti d’Europa.