territorio,essendo composto da una parte collinare e da un’altra pianeggiante, diversifica la produttività agricola. Nella pianura, dove ormai la zootecnia è l’elemento trainante , la coltivazione è quasi esclusivamente dedicata alla produzione di foraggiere (fieno e mais) là dove in passato si producevano pomodori, cetriolini, tabacco e angurie. La collina invece è quasi completamente coperta dagli uliveti che alimentano la produzione abbondante di olio extra vergine. Tra le cultivar spicca la Rotondella, un’oliva di gran pregio portata qui dai Focesi, i cui tronchi secolari sembrano sculture viventi. Ricco è anche il patrimonio di biodiversità. Tra queste sicuramente la più famosa è il “Melone d’Altavilla” un’anguria dalle grosse dimensioni di forma rotonda o allungata, dal colore verde scuro, a volte con striature più chiare. Caratteristica la polpa, friabile e zuccherina, ricca di grossi semi neri.

Nella zona collinare era molto diffusa la coltivazione di un pomodorino particolare, tondo e dal gusto leggermente acre, in grado di vegetare anche in situazione di penuria di acqua. La “Pummarola ‘a sole”, questa la sua denominazione dialettale, è oggi ancora coltivata da pochi privati che la preferiscono al gusto del dolciastro e commerciale pomodoro Pachino.

Ultimi arrivati nella famiglia delle biodiversità sono quattro vitigni autoctoni risultati, allo studio del genoma, unici nel panorama vitivinicolo italiano. Di questi due producono uve da tavola, Alvero Tiennero (Albero Tenero) e Mennavacca, e due uve da vino Vernaccia (bianca) e Aglianico Antico (rosso). Intorno a questi sta prendendo corpo un importante progetto mirato alla realizzazione di due vini di alto pregio.
Buona anche la produzione di prodotti orticoli concentrata soprattutto nella località denominata Cerrocupo.